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In risposta alla designazione di Samidoun come “organizzazione terroristica” da parte del ministro della Difesa israeliano e criminale di guerra Benny Gantz, il Palestinian Prisoner Solidarity Network Samidoun afferma che continueremo a organizzarci e a mobilitarci a livello internazionale per difendere i diritti e la liberazione dei Palestinesi. È l’ultima espressione di una campagna diffamatoria volta a mettere a tacere il sostegno internazionale al popolo palestinese e in particolare ai 5.000 palestinesi imprigionati/e dall’occupazione israeliana. Questo rappresenta un attacco al movimento dei prigionieri e delle prigioniere palestinesi, nonché al diritto di organizzarsi dei e delle palestinesi in esilio e alla diaspora. Affermiamo che non saremo messi a tacere o scoraggiati dalle campagne diffamatorie di Israele.
Le accuse israeliane sono totalmente false e bugiarde, a cominciare dall’indicazione di una data errata per la fondazione di Samidoun (stiamo infatti festeggiando il nostro decimo anniversario quest’anno, nel 2021, come si può facilmente apprendere dal nostro sito). Lo scrittore palestinese Khaled Barakat ha espresso il suo sostegno al lavoro di Samidoun in più occasioni e siamo orgogliosi di condividere i suoi scritti e pensieri. Tuttavia, qui entra in gioco il totale disprezzo di Israele per i fatti: Khaled Barakat non è, e non è mai stato, un leader o un “coordinatore capo” di Samidoun.
Siamo un’organizzazione di base, senza personale retribuito a tempo pieno, che non raccoglie fondi per nessuna organizzazione se non per supportare le nostre campagne di sensibilizzazione. Abbiamo delle sezioni negli Stati Uniti, in Canada, in Germania, nei Paesi Bassi, in Spagna, in Svezia, in Brasile, in Grecia e in Palestina occupata, e una rete di organizzazioni membri tra cui il Collectif Palestine Vaincra in Francia. Questo è un palese tentativo di perturbare e minare questa crescente mobilitazione di sostegno alla Palestina in tutto il mondo.
Conduciamo il nostro lavoro apertamente, visibilmente e pubblicamente, come mostrato sul nostro sito web, samidoun.net, e siamo orgogliosi di chiedere il rilascio di prigionieri politici palestinesi come Ahmad Sa’adat, Khalida Jarrar e migliaia di palestinesi di orizzonti politici differenti. L’intera campagna israeliana si basa su un totale disprezzo per i fatti e la realtà.
In effetti, la maggior parte dei punti elencati sembra provenire direttamente dall’organizzazione di propaganda di destra NGO Monitor, che mira a proteggere Israele dalla responsabilità internazionale per crimini di guerra denigrando i difensori dei diritti umani in Palestina e in tutto il mondo. Le “affermazioni infondate e le inesattezze fattuali” di NGO Monitor sono una caratteristica di lunga data della loro difesa dell’apartheid israeliano, delle esecuzioni extragiudiziali, della confisca della terra, della detenzione arbitraria, dell’occupazione militare, dell’embargo e del colonialismo.
Samidoun è un’organizzazione internazionale, araba e palestinese indipendente che si mobilita per il rilascio dei quasi 5.000 prigionieri e prigioniere politici/politiche palestinesi nelle carceri israeliane. Sosteniamo il boicottaggio di Israele e difendiamo il diritto dei palestinesi a resistere all’occupazione, all’apartheid e all’oppressione, così come il diritto di tutti i profughi palestinesi di tornare alle loro case e sulla loro terra. Difendiamo una Palestina libera dal mare al Giordano!
È per questo e solo per queste ragioni che il ministero della Difesa israeliano, che perpetra quotidianamente crimini di guerra e crimini contro l’umanità, contro il popolo palestinese sotto occupazione, sta attaccando l’opera di Samidoun. Questo è l’ennesimo tentativo di usare la repressione e le minacce contro il popolo palestinese e i suoi alleati internazionali come attività di campagna per il partito di Benny Gantz alle elezioni israeliane. È anche un tentativo di distrarre dal grave problema che devono affrontare centinaia di funzionari sionisti – incluso lo stesso Gantz – che temono i prossimi passi nelle indagini della Corte Penale Internazionale (CPI) dopo il suo ultimo annuncio del 5 febbraio 2021 affermando che ha l’autorità per indagare sui crimini di guerra nei territori palestinesi occupati.
Inoltre, non sorprende che questo annuncio pubblico giunga pochi giorni dopo che 300 organizzazioni internazionali hanno aderito a una campagna collettiva per liberare gli studenti palestinesi incarcerati.
In realtà, questo non dovrebbe essere visto come un attacco solo a Samidoun: al contrario, fa parte di una serie di campagne diffamatorie dirette contro i difensori dei diritti umani palestinesi e coloro che difendono i diritti dei palestinesi nel mondo – i prigionieri e le prigioniere palestinesi e lo stesso popolo palestinese. La stessa designazione è stata imposta a numerose organizzazioni internazionali impegnate nella difesa pubblica dei diritti e delle libertà dei palestinesi. Questo attacco è un tentativo di isolare i prigionieri e le prigioniere palestinesi, non solo dietro le sbarre, ma anche dalla loro base di sostegno e solidarietà internazionale. È anche un tentativo di mettere a tacere il sostegno alla legittima resistenza del popolo palestinese, prendendo di mira chi si oppone alle guerre imperialiste, al processo di Oslo e alla colonizzazione della Palestina.
Siamo tra i tanti attivisti e organizzazioni che sono stati attaccati da Israele – molti dei quali hanno pagato un prezzo molto più alto, compresi palestinesi, arabi e internazionalisti che sono stati imprigionati, torturati e assassinati da Israele. L’obiettivo è sempre lo stesso: un tentativo di minare il crescente sostegno internazionale al popolo palestinese e alla sua giusta causa.
Quasi tutte le organizzazioni, i movimenti e persino i/le singoli/e militanti che difendono la libertà palestinese sono presi/e di mira dall’occupazione israeliana e dai suoi principali criminali di guerra attraverso molestie, minacce e tentativi di mobilitare il potere statale per far sparire un movimento anticoloniale e antirazzista a favore della giustizia e la liberazione. Siamo orgogliosi di essere al fianco di tutti coloro che affrontano tali campagne diffamatorie e attacchi repressivi, intensificando il nostro lavoro e unendoci per affrontare l’apartheid, l’occupazione, i crimini di guerra e la colonizzazione israeliana, e organizzandoci per la liberazione della Palestina.
Invitiamo i e le militanti e organizzazioni a unirsi alla rete Samidoun e a mobilitarsi insieme. Contattaci a [email protected] (Internazionale) e [email protected] (Francia)